domenica 28 novembre 2010

E' TORNATA.

Con una retromarcia commerciale senza precedenti nella storia dell'auto-motociclismo è ritornata in commercio, tale e quale, più viva che mai, la mitica leggendaria ultratrentennale VESPA PX.
Inutile, la Piaggio e i milioni di appassionati non possono proprio stare senza di lei e ritorna a tre anni di distanza sul mercato, con il cambio a quattro marce al manubrio e la scocca in lamiera: uno scooter venduto in oltre tre milioni di pezzi e il cui successo sembra non soffrire il passare del tempo, inserendolo di diritto nella storia del motociclismo, per la diffusione planetaria, la longevità e l'originalità del progetto. Originalità che, tuttavia, nelle ultime stagioni era stata messa in difficoltà da un costruttore indiano che, con molta lungimiranza imprenditoriale, ha deciso di importare nel nostro Paese lo stesso scooter sotto altro nome, facendo numeri importanti.
Forse è stato proprio il successo della sua omologa indiana a far prendere la decisione di tornare a produrre la PX "vera", ma anche se non fosse, è chiaro che la richiesta per questo modello è ancora alta e, potendo, non avrebbe avuto molto senso lasciare ad altri il "patrimonio" di un veicolo-icona come la PX. Questa torna dunque sul mercato nelle cilindrata classiche, 125 e 150, con motorizzazioni due tempi aggiornate alla normativa Euro3. Modifiche sostanziali al progetto originale non ce ne sono davvero e l'unica novità di un certo peso riguarda la lunga sella della PX che è stata ridisegnata e resa più ergonomica anche se, francamente, il suo disegno risulta un po' troppo moderno rispetto alle altre linee dello scooter. Altre piccole migliorie riguardano il faro anteriore con ottica a superfici complesse, dotato di lampada alogena e vetro "liscio" come sulle moto moderne. Rimane poi la possibilità di montare la ruota di scorta, mentre il cruscotto riporta la doppia scala miglia/chilometri orari ed è dotato anche di indicatore del livelo carburante.
La scheda tecnica è anch'essa un tuffo nel passato, perché il motore mantiene il raffreddamento a circolazione forzata e l'avviamento a kick starter, sebbene l'accensione sia di tipo elettronico e sia previsto il motorino d'avviamento per chi, magari, non ha l'età per ricordarsi che un tempo le moto non si accendevano schiacciando un pulsante... Rigorosamente legate alla tradizione anche le sospensioni: anteriore a braccetto oscillante e posteriore ad ammortizzatore laterale con il motore disassato che funge da forcellone oscillante.
Le ruote sono da 10" con pneumatici 3.50" a camera d'aria, mentre il peso della PX sfrutta l'impostazione anticonvenzionale e rimane abbondantemente sotto i 100 chili per entrambe le motorizzazioni. Ovviamente il vano per il casco sotto la sella non c'è, perché lì si trova il serbatoio benzina da 8 litri e il miscelatore automatico. I freni, infine, mantengono l'impostazione della PX venduta fino al 2006: disco singolo anteriore da 200 mm con tubo in treccia metallica e tamburo posteriore da 150 mm, azionato con il tradizionale pedale infulcrato sulla pedana.
Dite la verità, ci state già facendo un pensierino...?

Bentornata cara PX!

vespisti.it staff

2 commenti:

Matovespa ha detto...

Spettacoloooooooooooooooooooo.
Cavolo sono veramente contento. La Vespa PX è tornata ad essere patrimonio dello Stato Italiano, come è giusto che sia.
Il nome Vespa è una leggenda, non serve che ve lo dica io, quindi è giusto che sia tornata in produzione.
Che dite, lanciamo una raccolta firme per farla riconoscere Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco???????????

Gianni ha detto...

Sei proprio sicuro che la nuova PX la producano in Italia????????????
Io sinceramente ho qualche dubbio, come ho dei dubbi su quello che ci hanno fatto credere con la LML.
hanno semplicemente mandao avanti loro per sondare il mercato.
Ma poi quanto costerà?

Secondo me la Piaggio doveva rischiare di più, non perchè non credo al progetto PX, anzi proprio per questo doveva dare alla storia una DEGNA discendente...a marce, ad aria e non in plastica come la tradizione vuole.
ma osare osare.

Sono concorde sul patrimonio dell'umanità..